Riportiamo di seguito il comunicato consegnato oggi durante la conferenza stampa in vista della giornata di domani e in risposta alle accuse mosse dall’amministrazione comunale in questi ultimi giorni.
L’assemblea cittadina svoltasi la sera di martedì 12 novembre presso i locali della Residenza Artistica di via da Buti ha costruito collettivamente la data di mobilitazione di domani, venerdì 15 novembre. Studenti medi e universitari, famiglie sotto sfratto, comitati di quartiere e protagonisti di altri movimenti in città hanno discusso insieme del proprio bisogno di formazione, di welfare e di case.
Non è stato registrato soltanto un riconoscimento reciproco dell’importanza decisiva delle diverse battaglie, ma anche la consapevolezza di essere colpiti dagli stessi meccanismi di esclusione e privazione della ricchezza sociale, che si concretizza tanto nelle politiche di austerità quanto nella sordità e ostilità delle istituzioni locali a determinate istanze. Di fronte allo sviluppo di pratiche di lotta politica per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali, le istituzioni locali, in particolare l’amministrazione comunale, hanno tentato di ridurre tutto a una questione di illegalità e di ordine pubblico, paventando un clima anti-democratico in città.
Quando soggetti collettivi provano a mettere in discussione i canoni della legalità che determina subalternità e sofferenza allora a chi governa questa città non resta che criminalizzare le pratiche di espressione di bisogni sociali cancellati dall’agenda politica istituzionale. Così è stato per i cittadini che si sono rivolti alla società della salute, considerati alla stregua di “sequestratori” per non aver avuto mai paura di affermare la propria dignità davanti agli assistenti sociali, così è stato per l’occupazione di Santa Croce in Fossabanda e per l’occupazione da parte dell’assemblea d’Ateneo della residenza universitaria chiusa di via da Buti. In quest’ultimo caso, pur di negare la vergogna di una residenza ormai ultimata, inaugurata ben tre volte ma mai assegnata agli studenti, si è giunti a diffamare gli studenti accusandoli di furto di materiale d’arredo dalla residenza. Contro i responsabili di queste ultime dichiarazioni calunniose verrà presentato un esposto collettivo.
I picchetti anti-sfratto, le lotte per la dignità del diritto all’abitare nel quartiere di Sant’Ermete, le occupazioni di Palazzo Feroci (dove da aprile è in funzione lo studentato autogestito Spot), di Santa Croce in Fossabanda lunedì scorso e della stessa Residenza Artistica di via da Buti hanno ricevuto lo stesso schema di risposta: condanna del gesto e nessuna apertura alla risoluzione dei problemi sollevati.
Questi tentativi di criminalizzazione non ci spaventano e non arresteranno le nostre battaglie: affronteremo in maniera intelligente la chiusura degli spazi di agibilità politica aprendone di nuovi contro qualsiasi ipotesi di riduzione del dissenso sociale a una questione di ordine pubblico. Con pratiche di democrazia dal basso che caratterizzeranno il corteo cittadino del 15 novembre riaffermeremo l’urgenza di risposte sulla manutenzione delle strutture scolastiche, sui posti alloggio per studenti borsisti, sulla riqualificazione dei quartieri e sul blocco degli sfratti.
L’elemento di congiunzione delle diverse esperienze è la critica alla gestione del patrimonio pubblico, sempre più destinato alla vendita che al soddisfacimento dei bisogni sociali. Per questo dichiariamo pubblicamente che il corteo arriverà di fronte all’ex convento di Santa Croce in Fossabanda, per ribadire che quella struttura oggi inutilizzata può costituire una prima risposta ai bisogni degli studenti in termini abitativi e di servizi.