SAPIENZA: fanno il deserto e lo chiamano tutela
È trascorso ormai un anno e mezzo da quando il Sindaco di Pisa ha disposto la chiusura dell’edificio della Sapienza. Nonostante i continui annunci e proclami dell’Università, ad oggi ancora non è stata resa nota alcuna perizia tecnica che giustifichi tale disposizione. Recentemente il Rettore ha dichiarato che tale perizia sarà finalmente resa pubblica entro la fine del mese di dicembre. In attesa di conoscere gli esiti tecnici della vicenda, riteniamo più che mai urgente aprire una riflessione cittadina sul futuro di un immobile così importante per Pisa, come il Palazzo della Sapienza, e della Biblioteca Universitaria che esso ospitava.
Innanzitutto, ci sembra imprescindibile un ragionamento sul futuro della Biblioteca Universitaria e, ancor prima, sullo stato in cui versa attualmente il patrimonio librario. Un’enorme quantità di testi antichi e rari, un patrimonio storico del valore inestimabile, restano ancora oggi abbandonati al degrado e all’incuria. Vogliamo essere onesti: la Biblioteca Universitaria, quando ancora era in funzione, non era di certo un luogo facilmente accessibile ai più. Da studenti non possiamo non tener presenti le mille difficoltà burocratiche che regolavano l’accesso al prestito e la consultazione dei testi, a partire dalla totale assenza di un catalogo elettronico dei libri.
A maggior ragione, quindi, pensiamo che sia quanto mai urgente e ormai improrogabile una soluzione per la Biblioteca Universitaria, che deve tornare in funzione. Riaprire la Biblioteca e renderla davvero accessibile è oggi un’occasione che questa città non può perdere.
Crediamo che su ciò, molto abbiano da dire proprio i dipendenti delle Biblioteca Universitaria che oggi si ritrovano a lavorare in condizioni impossibili, relegati presso i locali della Residenza studentesca Nettuno e costretti a fare la spola tra i due spazi per portare i libri richiesti.
Vorremmo, poi, interrogarci su alcune trasformazioni che abbiamo visto verificarsi in tutta la zona universitaria di Piazza Dante. La chiusura della Sapienza, infatti, non è stata un evento isolato. Ad essa è seguita, in meno di un anno, una progressiva desertificazione della piazza, dovuta alla defunzionalizzazione di altri storici stabili universitari come l’ex facoltà di Scienze Politiche e Palazzo Ricci. Un fenomeno tutt’altro che casuale, che è andato di pari passo con la costruzione di nuovi immobili lontani dal centro, come il Polo Piagge, con il quale l’Università ha “risposto” alla carenza di spazi che nel frattempo si è “creata”.
Crediamo che tutto ciò rientri in un processo di ristrutturazione del tessuto urbano che, in varie forme, mira ad “espellere” o comunque allontanare la composizione precaria, principalmente studentesca, dal centro storico.
Da questo punto di vista Piazza Dante rappresenta,dunque, un caso emblematico. Quando la Sapienza era in funzione, quando la Facoltà di Lettere non era ancora stata destrutturata e Scienze politiche svuotata, la piazza era davvero un luogo vivo, vissuto. Un luogo che ha costituito in questi anni uno spazio d’incontro e di socialità, in pieno centro cittadino.
Ora invece su una piazza deserta si affacciano palazzi vuoti o completamente destrutturati in quelle che erano le loro funzioni principali.
È per questo che riteniamo non esista luogo più adatto del Teatro Rossi Aperto ad ospitare un dibattito sul futuro della Sapienza (e della piazza). In più di un anno di occupazione il Teatro Rossi Aperto ha rappresentato un’anomalia nella zona di Piazza Dante : uno spazio pubblico, luogo di aggregazione, di produzione artistica e culturale, agorà cittadina.
È da qui che vogliamo ripartire per immaginare assieme un futuro possibile per questa piazza, per la Sapienza, per i servizi bibliotecari e per il patrimonio librario.
A partire da queste considerazioni ci sembra che esista un fil rouge che lega la Sapienza come spazio e la Biblioteca Universitaria come patrimonio comune e servizio : di certo pretendiamo per entrambe un’immediata riapertura e rimessa in funzione. D’altra parte crediamo anche che una riapertura non possa prescindere da un ripensamento delle modalità di fruizione e della Sapienza e della Biblioteca.
Non pensiamo che del futuro di questi luoghi possa decidere una persona sola, che sia un Rettore o un Sindaco. Riteniamo indispensabile che le decisioni vengano prese aprendo un tavolo di discussione che tenga conto oltre che delle opinioni delle persone formalmente deputate anche dell’opinione degli studenti e degli studiosi, direttamente interessati, il cui lavoro è stato brutalmente interrotto, Occorre discutere della rifunzionalizzazione degli spazi e tenere conto dei nuovi bisogni e delle nuove esigenze della città.
16 DICEMBRE ore 18 – ASSEMBLEA PUBBLICA @Teatro Rossi Aperto
Teatro Rossi Aperto – Exploit – Amici delle Biblioteca Universitaria